Arte: la fontana di Trevi

 

Monumentale mostra terminale dell’Acquedotto Vergine, la Fontana di Trevi è, con ogni probabilità, la più nota delle fontane romane.

Documentata già nel medioevo, la sua denominazione deriva da un toponimo in uso nella zona già dalla metà del XII secolo (regio Trivii), oppure dal triplice sbocco dell’acqua dell’originaria fontana. Nel 1640 per volontà di papa Urbano VIII (1622-1644), in concomitanza con l’ampliamento della piazza, Gian Lorenzo Bernini progetta una nuova fontana orientata come l’attuale, la cui costruzione si limita alla messa in opera di un basamento ad esedra con una vasca antistante, addossato agli edifici poi inglobati nel palazzo Poli. La realizzazione dell’attuale fontana di Trevi si deve a papa Clemente XII, che nel 1732 indice un concorso al quale partecipano i maggiori artisti dell’epoca. Il pontefice sceglie tra i progetti dell’architetto Nicola Salvi quello più monumentale e “di minor pregiudizio per il retrostante palazzo” sulla cui facciata si inserisce l’intera mostra con uno studio meditato delle proporzioni e delle decorazioni.

Dal nicchione centrale avanza la statua di Oceano (di Pietro Bracci), affiancata nelle nicchie laterali da quelle della Salubrità e dell’Abbondanza (entrambe di Filippo Della Valle). Queste ultime sono sormontate dalle raffigurazioni che saldano la fontana alla memoria dell’antica Aqua Virgo. A destra la Vergine che indica la sorgente ai soldati (di Andrea Bergondi) e, a sinistra, Agrippa approva il disegno dell’Acquedotto (di Giovanni Battista Grossi).

Alla fontana, uno dei simboli di Roma, sono legate leggende e tradizioni popolari. La più conosciuta è quella di gettarvi una monetina per assicurarsi il ritorno nella città.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *